Uno degli ultimi successi del governo di Nicolás Maduro è il ritorno in Venezuela della difterite. Lo ricorda uno studio Universidad Central de Venezuela pubblicato da «Lancet Public Health», secondo cui le cause principali del fatto che il tasso di mortalità infantile è tornato ai livelli degli anni ’90, sono la malnutrizione e il collasso del sistema sanitario.

Questo per dire che la crisi politica del Venezuela non è solo un caso di schizofrenia istituzionale, ma anche e soprattutto un problema di sopravvivenza per i venezuelani. La schizofrenia è dovuta al fatto che non solo ci sono due presidenti – Maduro e il presidente del parlamento Juan Guaidó -, ma anche due «parlamenti» visto che all’Assemblea nazionale, controllata dall’opposizione, si contrappone l’Assemblea nazionale costituente, eletta dopo un voto farsa, e che è «madurista» come il Tribunale supremo.

Di fronte a questo groviglio resta però il fatto che il Paese è allo sfascio a causa delle velleitarie politiche del regime. E tutto è aggravato dalle sanzioni imposte al Paese perché Maduro non rispetta i diritti umani. Questa situazione richiede che i Paesi democratici riconoscano Guaidó, il giovane leader dell’opposizione che ha promesso il voto al più presto. Ma il governo italiano tentenna. Anzi i 5 Stelle premono perché si allinei alla posizione «terzista» del Messico e dell’Uruguay. Il tutto in nome di una stantia ideologia terzomondista che chiude gli occhi di fronte a un regime brutale.

Editoriale pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 29 gennaio