Tradizionalmente le elezioni politiche di midterm (quelle che si svolgono a metà del mandato presidenziale) non sono particolarmente partecipate. E tradizionalmente non favoriscono il presidente in carica. Ma quest’anno le cose potrebbero essere diverse. Nel senso che sicuramente le elezioni saranno molto partecipate, già ora è record nel voto anticipato, perché la figura di Donald Trump è molto divisiva e stimola all’azione. Ma non è detto che questo referendum sul presidente sia a lui sfavorevole. 
Le elezioni si terranno martedì prossimo, cioè il primo martedì di novembre come da tradizione.

Secondo i sondaggi – che però con Trump hanno già sbagliato una volta – il voto favorirà i democratici che dovrebbero riguadagnare la maggioranza alla Camera che viene interamente rinnovata. Discorso diverso per il Senato (che si rinnova solo per un terzo) che probabilmente rimarrà in mano ai repubblicani.

Ma Trump sta tentando il tutto per tutto per ribaltare il risultato. Di qui le affermazioni sempre più dure sull’immigrazione – con spot tv decisamente razzisti – e contro i diritti civili dei transgender. Fino alle affermazioni sull’abolizione – con decreto presidenziale – dello «Ius soli» che è garantito nel 14º emendamento della Costituzione Usa che è rigida come la nostra. Tutta carne rossa per il suo elettorato. La volta scorsa è stata una strategia vincente. Lo sarà anche stavolta?

Editoriale pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 2 novembre 2018